Descrizione
Scopri Pavone Canavese in Bici è un itinerario che racchiude al suo interno il percorso denominato Via Campestre e che si caratterizza per il passaggio all’interno di tutte le Borgate presenti sul territorio pavonese.
Il percorso cicloescursionistico si articola tra i Borghi, il Centro Storico, le aree produttive e i siti culturali e naturalistici, favorendo una mobilità intercomunale integrata. La bicicletta rafforza il senso di appartenenza al territorio, accresce il senso di comunità diventando così mezzo di esplorazione e riscoperta. La mobilità ciclabile è intesa come strumento di benessere, salute e coesione.
Il percorso è ad anello, inizia da Piazza Giovanni Falcone verso Borgata Sanguignolo costeggiando la Gora Rossa sul lato destro. Si snoda nella natura della vasta pianura, in direzione Colleretto Giacosa. Disseminati nella piana ci sono numerosi cascinali, alcuni dei quali sono resti di antichi insediamenti.
Il ritorno si svolge in prossimità del Torrente Chiusella, costeggiando la lunga muraglia “il Masarun” eretta a partire dal 1600 a protezione dei cascinali dalle piene. Era lunga circa 3 Km e partiva dal confine di Colleretto Giacosa, estendendosi in linea retta come arginatura lungo il corso del torrente, fino oltre l’attuale autostrada
Caratteristica del percorso è la ricca presenza di acque, costituite dai corsi d’acqua (Rio Ribes, Roggia del Mulino e Rii minori) e Gore oltre alle risorgive, provenienti dal bacino idrografico collinare Colleretto-Parella-Loranzè. Queste acque erano l’habitat del gambero rosso e oggi è ancora possibile trovare, in quasi tutti i periodi dell’anno, il crescione.
Nella parte pianeggiante l’agricoltura è molto sviluppata grazie al terreno fertile che favorisce la coltivazione di cereali e foraggio oltre all’allevamento del bestiame. I prodotti agroalimentari e le tradizioni locali vengono oggi valorizzati grazie all’attribuzione dell’attestazione Denominazione Comunale di Origine (De.C.O.).
Fino circa alla metà del novecento, in questa zona, le famiglie di Pavone coltivavano 2 o 3 provis (filari) di canapa per le loro esigenze. La coltivazione e la conseguente filatura e tessitura risale al periodo Medioevale. La canapa veniva raccolta in agosto, macerata in apposite piccole gore che esistevano presso l’attuale Gora Rossa, e poi fatta asciugare. Dai fusti si ricavava una fibra che, una volta pettinata e filata, serviva per la tessitura.
Completato l’anello in prossimità della Gora Rossa, si percorre il fianco sinistro dell’autostrada fino a giungere sotto il ponte sul Chiusella dell’autostrada TO-AO. Svoltando prima a sinistra, superando il ruscello “Borra della Massa”, in gergo chiamato Arian dei Buei, e poi deviando a destra si raggiungono la Gora Quaro e il laghetto Paradiso. Proseguendo si costeggia il Viadotto Marchetti (ponte ad unica campata lungo 258m, arcata alta 52m e largo 41m) e si attraversa la Roggia del Mulino (chiamata così perché alimentava tre mulini - Parella, Colleretto, Pavone - e la Cartiera). Ci troviamo nei pressi delle Borgate Marchetti e Quilico.
Raggiunta la SP77 tenendo la destra, si supera il ponte sul torrente Chiusella raggiungendo la Borgata Chiusellaro e il suo argine. Procedendo su percorso asfaltato e poi sterrato, si giunge alla Borgata Verna, attraversando nuovamente la SP77.
Il percorso continua percorrendo a ritroso l’attraversamento del ponte sul Chiusella al termine del quale, voltando a destra su strada sterrata, dopo diverse svolte che prevedono il superamento delle arginature e del sottopasso dell’autostrada, si raggiunge La Borgata Molla.
Queste Borgate (Chiusellaro, Verna, Quilico, Molla e Marchetti) sono caratterizzate da una serie di argini eretti in seguito alle esondazioni del Chiusella del 1993-94 e del 2000 per mettere in sicurezza gli insediamenti e le infrastrutture.
Da qui percorrendo la strada delle Vallasse si giunge in Borgata Dossi, alla rotatoria svoltando a sinistra si attraversa la borgata giungendo prima in Borgata Scarione e poi in Borgata Solliat.
Proseguendo su via Meana si attraversa via Dietro Castello e si raggiungere il Castello, la sua cinta muraria e i Ricetti.
Il Castello medievale risale al IX secolo, ristrutturato dall’architetto D’Andrade alla fine del 1800, attualmente è di proprietà privata ed è ristorante, hotel e centro congressi.
Attraversando Torre Porta, bici alla mano, si scende nel centro del paese dove si possono ammirare le tre bellissime chiese. La Chiesa di Sant’Andrea Apostolo con facciata in stile neoclassico dominata da quattro colonne ioniche che portano ad un timpano triangolare. La Chiesa della Beata Vergine delle Grazie risalente al periodo medievale. La Chiesa di San Rocco, nell’omonima via, monumento nazionale grazie alle sue eleganti linee barocche che ne disegnano gli interni e le sinuose forme esterne.
In piazza del Municipio e in piazza Falcone potete ricaricare le vostre bici elettriche!
Le borgate attraversate dal percorso sono nate come insediamento rurale e oggi contano circa 800 abitanti.
Il paesaggio che ci possiamo godere percorrendo le Borgate è davvero unico e spettacolare.
Ci troviamo nella vasta area pianeggiante dell’Anfiteatro Morenico: la vista spazia dalla Serra d’Ivrea, con il suo tracciato rettilineo per circa 20 Km fino al lago di Viverone, al versante ovest della morena con i rilievi meno regolari della Valle Chiusella dalla quale scende il torrente omonimo. Oltre all’anfiteatro è possibile vedere la vasta porzione della catena delle Alpi che si estende dal cuneese al biellese. A sud, in direzione di Torino, è possibile scorgere il Piccolo Anfiteatro Morenico con i suoi centri abitati e il rilievo su cui è stato costruito il Castello di Masino dimora del casato dei Valperga.
La continuità di questa pianura è interrotta qua e là da rilievi isolati e da alcuni cordoni collinari minori. Tra questi è ben visibile la collina pavonese della Paraj Auta.
Possiamo scorgere sull’altura la Chiesa medievale di San Grato e il suo campanile, il Castello con la sua imponente cinta muraria.
Sulla collina è presente una curiosa traccia dello scioglimento del ghiacciaio, la Sete dla Madona, il Sedile della Madonna. Si tratta di una piccola marmitta glaciale, prodotta dall’azione erosiva delle acque di fusione del ghiacciaio, da cui deriva la leggenda secondo cui la Vergine Maria giunse a Pavone Canavese, fu cacciata dagli abitanti che la credettero una zingara e prima di procedere per Oropa si fermò in quel punto e si riposò.
Sulla cima e sui pendii del monte vennero ritrovati cocci di ceramica grezza protostorica. Recenti indagini hanno evidenziato un abitato affacciato sull’antico corso della Dora Baltea, occupato dal X sec. a.C. (Bronzo finale) sino all’età del Ferro. In alcuni gruppi di rocce sono presenti petroglifi, soprattutto coppelle.
Buona parte del sito fa parte del SIC (sito di interesse comunitario-Rete natura 2000) per gli habitat naturali presenti e per la varietà della flora e fauna.
Una delle vie d’accesso al percorso a piedi sullla Parj Auta è adiacente all’ingresso del Castello.
Il percorso cicloescursionistico si articola tra i Borghi, il Centro Storico, le aree produttive e i siti culturali e naturalistici, favorendo una mobilità intercomunale integrata. La bicicletta rafforza il senso di appartenenza al territorio, accresce il senso di comunità diventando così mezzo di esplorazione e riscoperta. La mobilità ciclabile è intesa come strumento di benessere, salute e coesione.
Il percorso è ad anello, inizia da Piazza Giovanni Falcone verso Borgata Sanguignolo costeggiando la Gora Rossa sul lato destro. Si snoda nella natura della vasta pianura, in direzione Colleretto Giacosa. Disseminati nella piana ci sono numerosi cascinali, alcuni dei quali sono resti di antichi insediamenti.
Il ritorno si svolge in prossimità del Torrente Chiusella, costeggiando la lunga muraglia “il Masarun” eretta a partire dal 1600 a protezione dei cascinali dalle piene. Era lunga circa 3 Km e partiva dal confine di Colleretto Giacosa, estendendosi in linea retta come arginatura lungo il corso del torrente, fino oltre l’attuale autostrada
Caratteristica del percorso è la ricca presenza di acque, costituite dai corsi d’acqua (Rio Ribes, Roggia del Mulino e Rii minori) e Gore oltre alle risorgive, provenienti dal bacino idrografico collinare Colleretto-Parella-Loranzè. Queste acque erano l’habitat del gambero rosso e oggi è ancora possibile trovare, in quasi tutti i periodi dell’anno, il crescione.
Nella parte pianeggiante l’agricoltura è molto sviluppata grazie al terreno fertile che favorisce la coltivazione di cereali e foraggio oltre all’allevamento del bestiame. I prodotti agroalimentari e le tradizioni locali vengono oggi valorizzati grazie all’attribuzione dell’attestazione Denominazione Comunale di Origine (De.C.O.).
Fino circa alla metà del novecento, in questa zona, le famiglie di Pavone coltivavano 2 o 3 provis (filari) di canapa per le loro esigenze. La coltivazione e la conseguente filatura e tessitura risale al periodo Medioevale. La canapa veniva raccolta in agosto, macerata in apposite piccole gore che esistevano presso l’attuale Gora Rossa, e poi fatta asciugare. Dai fusti si ricavava una fibra che, una volta pettinata e filata, serviva per la tessitura.
Completato l’anello in prossimità della Gora Rossa, si percorre il fianco sinistro dell’autostrada fino a giungere sotto il ponte sul Chiusella dell’autostrada TO-AO. Svoltando prima a sinistra, superando il ruscello “Borra della Massa”, in gergo chiamato Arian dei Buei, e poi deviando a destra si raggiungono la Gora Quaro e il laghetto Paradiso. Proseguendo si costeggia il Viadotto Marchetti (ponte ad unica campata lungo 258m, arcata alta 52m e largo 41m) e si attraversa la Roggia del Mulino (chiamata così perché alimentava tre mulini - Parella, Colleretto, Pavone - e la Cartiera). Ci troviamo nei pressi delle Borgate Marchetti e Quilico.
Raggiunta la SP77 tenendo la destra, si supera il ponte sul torrente Chiusella raggiungendo la Borgata Chiusellaro e il suo argine. Procedendo su percorso asfaltato e poi sterrato, si giunge alla Borgata Verna, attraversando nuovamente la SP77.
Il percorso continua percorrendo a ritroso l’attraversamento del ponte sul Chiusella al termine del quale, voltando a destra su strada sterrata, dopo diverse svolte che prevedono il superamento delle arginature e del sottopasso dell’autostrada, si raggiunge La Borgata Molla.
Queste Borgate (Chiusellaro, Verna, Quilico, Molla e Marchetti) sono caratterizzate da una serie di argini eretti in seguito alle esondazioni del Chiusella del 1993-94 e del 2000 per mettere in sicurezza gli insediamenti e le infrastrutture.
Da qui percorrendo la strada delle Vallasse si giunge in Borgata Dossi, alla rotatoria svoltando a sinistra si attraversa la borgata giungendo prima in Borgata Scarione e poi in Borgata Solliat.
Proseguendo su via Meana si attraversa via Dietro Castello e si raggiungere il Castello, la sua cinta muraria e i Ricetti.
Il Castello medievale risale al IX secolo, ristrutturato dall’architetto D’Andrade alla fine del 1800, attualmente è di proprietà privata ed è ristorante, hotel e centro congressi.
Attraversando Torre Porta, bici alla mano, si scende nel centro del paese dove si possono ammirare le tre bellissime chiese. La Chiesa di Sant’Andrea Apostolo con facciata in stile neoclassico dominata da quattro colonne ioniche che portano ad un timpano triangolare. La Chiesa della Beata Vergine delle Grazie risalente al periodo medievale. La Chiesa di San Rocco, nell’omonima via, monumento nazionale grazie alle sue eleganti linee barocche che ne disegnano gli interni e le sinuose forme esterne.
In piazza del Municipio e in piazza Falcone potete ricaricare le vostre bici elettriche!
Le borgate attraversate dal percorso sono nate come insediamento rurale e oggi contano circa 800 abitanti.
Il paesaggio che ci possiamo godere percorrendo le Borgate è davvero unico e spettacolare.
Ci troviamo nella vasta area pianeggiante dell’Anfiteatro Morenico: la vista spazia dalla Serra d’Ivrea, con il suo tracciato rettilineo per circa 20 Km fino al lago di Viverone, al versante ovest della morena con i rilievi meno regolari della Valle Chiusella dalla quale scende il torrente omonimo. Oltre all’anfiteatro è possibile vedere la vasta porzione della catena delle Alpi che si estende dal cuneese al biellese. A sud, in direzione di Torino, è possibile scorgere il Piccolo Anfiteatro Morenico con i suoi centri abitati e il rilievo su cui è stato costruito il Castello di Masino dimora del casato dei Valperga.
La continuità di questa pianura è interrotta qua e là da rilievi isolati e da alcuni cordoni collinari minori. Tra questi è ben visibile la collina pavonese della Paraj Auta.
Possiamo scorgere sull’altura la Chiesa medievale di San Grato e il suo campanile, il Castello con la sua imponente cinta muraria.
Sulla collina è presente una curiosa traccia dello scioglimento del ghiacciaio, la Sete dla Madona, il Sedile della Madonna. Si tratta di una piccola marmitta glaciale, prodotta dall’azione erosiva delle acque di fusione del ghiacciaio, da cui deriva la leggenda secondo cui la Vergine Maria giunse a Pavone Canavese, fu cacciata dagli abitanti che la credettero una zingara e prima di procedere per Oropa si fermò in quel punto e si riposò.
Sulla cima e sui pendii del monte vennero ritrovati cocci di ceramica grezza protostorica. Recenti indagini hanno evidenziato un abitato affacciato sull’antico corso della Dora Baltea, occupato dal X sec. a.C. (Bronzo finale) sino all’età del Ferro. In alcuni gruppi di rocce sono presenti petroglifi, soprattutto coppelle.
Buona parte del sito fa parte del SIC (sito di interesse comunitario-Rete natura 2000) per gli habitat naturali presenti e per la varietà della flora e fauna.
Una delle vie d’accesso al percorso a piedi sullla Parj Auta è adiacente all’ingresso del Castello.
Indirizzo e punti di contatto
| Nome | Descrizione |
|---|---|
| Punto di partenza | Piazza Falcone - Pavone Canavese |
| Punto di arrivo | Ricetti e Castello - Pavone Canavese |
| Lunghezza | 16.8 km |
| Caratteristiche | Altezza minima: 223 m Altezza massima: 264 m Salita accumulata: 177 m Discesa accumulata: 180 m |